Patrizia
Laquidara e Hotel Rif Cd "Il
Canto dell'Anguana" tratto
da "Lo Specchio Music-zine.com"
27 gennaio 2011
"Il noi
e il voi non esiste. Esiste il noi"
Patrizia Laquidara
Un nuovo affascinante incontro per Lo Specchio, con una protagonista dal sapore
di "antico mistero", quella de Il Canto dell'Anguana,
un progetto che unisce poesia, musica, canto e teatralità.
A darle anima e corpo è Patrizia Laquidara cantante, autrice e compositrice
siciliana di origine, ma veneta di adozione.
Vincitrice nel 2002 di 3 premi al Festival di Recanati e del premio
Mia Martini e Alex Baroni al Festival di Sanremo del
2003. Si è esibita
in festival, rassegne e teatri nazionali e internazionali e non solo.
Del progetto Il Canto dell'Anguana, Patrizia
Laquidara è anche
ideatrice, compositrice e produttrice artistica assieme al musicista Alfonso
Santimone che ha curato anche gli arrangiamenti del disco. I testi poetici
sono stati scritti dallo scrittore Enio Sartori.
Il paesaggio sonoro su cui scorrono le "immagini" evocate
dalla elegante e melodiosa voce di Patrizia Laquidara, è quello
caratterizzato da un mondo ricco di fascino misterioso nel quale si muove la
figura mitologica dell'Anguana, il cui corpo è formato
da una parte superiore umana e una inferiore di serpente-draghessa. Due mondi,
quello della natura terrestre e quello dell'acqua, che si uniscono e ne amalgamano
i significati nelle loro accezioni diverse. La figura di questa particolare "strega-sirena", è rappresentata
dalla bellezza, l'eros; un potere seducente che ammalia e cattura in una sorta
di incantesimo, che la rende irraggiungibile e di difficile conquista, al punto
da poter portare al delirio coloro che di lei si innamorano. Ad impreziosire
questo percorso itinerante, ci pensa il linguaggio poichè i testi sono
concepiti e scritti nel dialetto dell'alto vicentino. Si potrebbe quindi affermare che
si tratta di un " viaggio nel viaggio", che ci conduce attraverso
la musica popolare, alla riscoperta delle origini di una cultura fino a renderle
un doveroso omaggio quale "genitrice" di un popolo e della
sua storia.
11 sono i brani che compongono questo lavoro, o meglio i canti.
Il primo è dedicato
alla "gente della terra" Ah
Jente De La Mia Tera...!
Veniamo
introdotti all'ascolto
scivolando su un "tappeto" di suoni dalla connotazione quasi "zingaresca" e
il recitato nella parte conclusiva, dona la forma narrativa-fiabesca che segna
il filo conduttore e ci porta al successivo: L'Aqua
Fiorìa,
una fiaba, appunto. Non manca nemmeno la scenografia, proprio come se ci trovassimo
all'interno di
un ideale teatro. Sullo sfondo, infatti, ecco comparire la bruma che "di
buonora sale dal basso", come recitano i versi del canto
de La Fumana.
Chiudendo gli occhi, è quasi possibile avvertire una sensazione di leggerezza...è un
volo, fatto di quella sostanza di cui qualcuno tempo addietro disse sono fatti
anche i sogni.
Penso che analizzare tutti i canti, tuttavia, toglierebbe il gusto all'ascolto
in cui ognuno può raccogliere sensazioni e sfumature personali. Vediamo
perciò qualche
momento significativo di questo percorso sonoro.
CANTO IV: Regina
d'ombrìa: è calata la luce..."E'
una notte da rubare le stelle e la luna com' è rossa"...è il
momento in cui i sensi si accendono...Ma la passione,
cede il passo alla tenerezza e alla disincantata purezza di una delicata ninna
nanna, che troviamo nel successivo CANTO VDormi
Putìn (Dormi
Bambino). Ma eccola, finalmente...nel CANTO VII riusciamo
a scorgere la presenza della protagonista l'Anguana sotto una "luna
che si sbianca" al
suo passare e raccoglie la melodia del suo "canto che incanta".
Altro passaggio interessante è quello del CANTO X: La
Tita Tata. Qui è particolare
la forma del "gioco sonoro" riscontrabile nella progressione
delle parole che compongono questo testo che le danno la forma di una filastrocca.
Il Canto
XI, infine, chiude l'ascolto nello stesso modo in cui il primo lo ha
aperto. Il Canto Dei Battipali,
infatti, è un brano di derivazione popolare della tradizione
lagunare veneta. Un omaggio doveroso a quegli uomini valorosi, che hanno combattuto
per la libertà dalla tirannia.
Il Canto dell'Anguana, è un grande lavoro anche a livello
tecnico; lo testimoniano le note presenti a fondo del generoso ed elegante booklet
(che
contiene anche i testi nel dialetto originale con la traduzione in italiano)
contenuto nel packaging del Cd. Una sfida sicuramente audace, un album visivo
ma oserei anche dire, prendendo a prestito un termine che mi è proprio,
decisamente visionario che
libera i sensi facendo spaziare la mente in percorsi e mondi magici e lontani.
Sono diversi anche gli ospiti che hanno contribuito a questo lavoro, oltre ovviamente
al gruppo dei 6 musicisti che compongono gli Hotel Rif. Particolare
di menzione è la
presenza delle voci de Le Canterine del Feo: un gruppo di 5
signore tra i 60 e gli 80 anni che hanno partecipato alla registrazione in studio,
portando al progetto la fondamentale presenza della "memoria
storica" nata da
una piccola realtà della terra veneta come quella di Feo, una contrada
di Monte Malo non più grande di 5 kilometri.
Il nostro viaggio-incontro con Il Canto dell'Anguana, termina
qui...Lascio a voi,
ora, il compito di deciderne le "sorti" con una raccomandazione
presa a prestito dalle parole contenute nelle note introduttive del booklet,
a firma di Enio Sartori (l'autore dei testi), che all'interno
di questo nostro visionario viaggio mi immagino scolpite sulla pietra di ingresso:
"L'anguana offre consolazione, potenza e gloria a colui che la rispetta
e che ne rispetta il segreto, a colui che non rompe l'incanto"...(Enio
Sartori)
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