Wilko
Johnson, nato nel 1947 a Canvey
Island - Essex,è un
chitarrista e compositore spesso associato ai Dr. Feelgood,
la band a cui ha dato il suo nome durante
la metà degli
anni ’70 e che,
con un energetico Blues e R&B, diventerà precursore
del punk e, allo stesso tempo, un collegamento al blues del
passato.
Ancora adolescente, inizia a suonare per diverse band locali
tra le quali The Roamers e The Heap ma,
dando priorità alla sua istruzione, si iscrive all’Università di
Newcastle dove, momentaneamente, smette di dedicarsi alla
musica.
Ritornato ad Essex, inizia una collaborazione con la Pigboy
Charlie Band facendosi coinvolgere nel progetto
dei Dr. Feelgood.
“Quando si formarono i Dr. Feelgood di fatto suonavo da ormai 4 o
5 anni, dopo il periodo di pausa non pensavo avrei mai ricominciato…Quando
incontrai Lee e mi unii al progetto il mio unico pensiero era fare R&B
e cercare di suonare come Mick Green.”
Johnson evolve di fatto il suo stile nel tentativo di copiare
i chitarristi che lui ammira quali Mick Green di
Johnny Kidd & The Pirates. “…quando
iniziai a suonare cercai di imitarlo…la prima volta
che lo ascoltai ne fui incantato, scoprii la sua speciale
tecnica ritmica. Volevo suonare come lui ma finii per trovare il mio stile…penso
che sia uno dei migliori chitarristi che abbia mai sentito, se non il migliore…”
Il suo stile è la forza essenziale dei Dr. Feelgood
dei primi anni, incluso i loro primi quattro album realizzati
tra il 1975 e il 1977: Down by the Jetty, Malpractice,
Stupidity e Sneakin' Suspicion. Johnson è un
culto tra i fans della band, con le sue elettrizzanti performance
durante gli estensivi tour in Uk e Nord Europa.
Il live album Stupidity arriva
al numero uno nel UK Albums Chart, sebbene Johnson abbia
suonato in ben 5 singoli, incluso "Roxette" e "Back
in the Night", l’unico
singolo classificato durante la sua permanenza nella band è "Sneakin'
Suspicion",
mentre gli altri, di cui ricordiamo il singolo "Milk
and Alcohol" dalla sfumature punk, entrano in classifica
solo dopo la sua uscita dal gruppo nell’aprile 1977.
Nello stesso anno forma i Solid Senders con
il tastierista John Potter, il bassista Steve
Lewins e il batterista Alan Platt,
producendo, nel 1978, l’album Solid Senders a
seguito di un contratto con Virgin.
Di quel periodo ricorda “….quando chiusi
con i Dr. Feelgoood comincia a conoscere un sacco di persone
che fino ad allora avevano scambiato solo poche parole con
me quali John Lydon, Joe Strummer, Jean Jacques Burnel (The
Strangles). Erano tutti molto disponibili…”
Un paio d’anni dopo si unisce alla band di Ian Dury, The
Blockheads, famoso gruppo del periodo caratterizzato
da numerose influenze musicali, incluso jazz, rock’n’roll,
funk e reggae, formando poi la Wilko Johnson Band con
il bassista dei Blockheads Norman Watt-Roy e
il batterista Salvatore Ramundo quest’ultimo
poi sostituito da Steve Monti.
The Wilko Johnson Band partecipa al Front Row Festival che
si svolge presso “Hope and Anchor” pub di Islington
tra il 22 novembre e il 15 dicembre del ‘77, un famoso “live
pub” per "band punk
e new wave emergenti” operanti
nel circuito live del momento. Questa partecipazione regala
l’inclusione di due dei loro brani nel doppio LP del
festival accanto a band quali X-Ray Spex, 999, The
Only Ones, the Saints, The Stranglers, e XTC.
The Hope & Anchor Front Row Festival compilation si guada
il 28° posto nelle UK Albums Chart.
Nel ‘81 produce il suo secondo album, Ice
on the Motorway, e due anni dopo Bottle
Up and Go! con Lew Lewis; altri
brevi progetti, la maggior parte per etichette Europee,
seguiranno gli anni ’80: Pull the Cover nel 1984, Watch
Out! nel 1985, Call It What You Want nel
1987 e Barbed Wire Blues nel 1988.
Nel 1982 appare al Eurockéennes music festival,
uno dei più grandi festival francesi e l’anno
seguente al GuilFest in Guildford UK.
Nel 1998, Johnson ha finalmente l’opportunità di
realizzare Going Back Home per l’etichetta Mystic iniziando
poi, nel 1999, a diminuire le sue apparizioni a causa della
malattia della moglie, continuando lo stesso a cercare incentivi
per incidere Live in Japan 2000 dell’anno
seguente. “…quando mia moglie si ammalò cancellai
un sacco di date, ma al nostro ritorno, fortunatamente, ci
avvolsero di nuovo un sacco di richieste. Eravamo famosi
in Giappone…sia benedetto quel periodo! Ci trattavamo
come delle star…”
The Wilko Johnson band continua a suonare nel circuito
dei pub nonostante la morte sia della moglie che della
manager.
Attraverso il 2005 e il 2006 la band si unisce a The
Hamsters, famoso trio inglese, e John
Otway
prendendo parte al The Mad, the Bad & the Dangerous tour.
Tutte e tre le band sono legate da un’amicizia ma non
solo: il loro stile è sufficientemente diverso da
dare varietà allo spettacolo e abbastanza simile da
richiamare lo stesso audience.
Iniziato solo con alcuni concerti, cresce diventando un internazionale
tour con dozzine di date.
Wilko si esibisce anche al Club Bang Bang di
Berlino e al 100 Club, leggendario club
situato al n. 100 di Oxford Street che è parte della
storia musicale britannica dal 1942 ed ha ospitato musicisti
del calibro di Sex Pistols, the Clash, Buzzcoks e
Rolling Stones.
Nel 2007 esce un DVD Live che esprime perfettamente l’atmosfera
che si forma sul palco “…è sempre
un piacere suonare con Norman e Monti…e quando questi
ragazzi iniziano a suonare mettendo tutta la loro energia
si forma un’atmosfera perfetta“
Johnson durante tutti questi anni sviluppa il suo stile
unico che mescola il suono della chitarra a nuove interpretazioni
e movimenti.
Suona con un’energia e un’attitudine che raramente
troviamo in altri musicisti.
Lui è un collegamento tra il “nuovo” e
il “vecchio” Blues, ci ricorda che il Blues può e
deve avere anche un “lato pungente”. “Sono un compositore…ma le canzoni sono una strana cosa, qualche
volta arrivano e qualche volta no…il suono della chitarra arriva prima,
sebbene sia la giusta melodia e tu stia pensando a cosa dire, qualunque cosa…ma
quello che facciamo dal vivo è originale, quando suoniamo mi piace pensare
che stiamo mettendo qualcosa di nostro…”
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